Una storia già raccontata ma non per questo meno bella: un avvocato bolognese incontra una ragazza abruzzese la cui famiglia possiede acri e acri di terra. Scelgono di sposarsi e di riaprire una piccola cantina chiusa da sessant’anni nell’agro di Loreto Aprutino, un luogo “rustico e spartano” ma assai vocato all’allevamento della vite per terreno e altitudine. La scelta è stata coraggiosa: produrre - nonostante le immani potenzialità - poche migliaia di bottiglie di vino in stretta osservanza dei dettami dell’agricoltura biodinamica.
“Il vino che facciamo - ripete spesso Stefano - è lo specchio della terra da cui proviene, senza compromessi. Il nostro obiettivo non è vendere bottiglie, ma vivere la vigna”. In cantina la fermentazione dei vini segue poi la pratica naturale, per cui non c’è alcun
uso di lieviti selezionati, nessuna aggiunta di coadiuvanti enologici, nessuna filtrazione, chiarifica e uso della solforosa al minimo indispensabile. Ne escono classici del territorio come Montepulciano d’Abruzzo, Cerasuolo, Pecorino. Lo slogan di De Fermo del resto parla della terra e del territorio: “Agricoltura a Loreto Aprutino dal 1785”. L‘azienda infatti non si limita ad allevare la vigna ma produce anche grano, da cui ricava un’ottima pasta secca, ed olio extravergine d’oliva.