Poche bottiglie, ma buone, è filosofia aziendale per le Contrade di Taurasi: tutti i vigneti, divisi in piccoli appezzamenti nel Comune di Taurasi, vengono lavorati per ottenere una produzione che non supera i 50 quintali per ettaro. Questo significa praticare una viticoltura di resistenza, in una terra dove, anno dopo anno, aumentano gli impianti estensivi di Mastroberardino e Feudi di San Gregorio. Significa puntare sulla propria
terra - sul cru se vogliamo - che oggi regala due Taurasi unici, già definiti “un inno al territorio”.
C’è anche dell’altro, però: il nome delle Cantine Lonardo è conosciuto per l’Aglianico e il Taurasi Docg, vino principe della terra d’Irpinia, ma anche per il Grecomusc’. Alessandro Lonardo e il genero Flavio Castaldo sono gli unici a vinificare, in purezza, il rovello bianco, un vitigno autoctono su piede franco che sopravvive in cappi sparsi nelle vigne più antiche del territorio di Taurasi e dei paesi limitrofi.
Del resto, Flavio (archeologo come la moglie Antonella) ha scritto una “Archeologia dei vini in Campania”, un libro sul “ruolo che il vino ha avuto nel passato, che evidenzia il valore che ancora oggi riveste nella nostra terra” - ne ha scritto Roberta Raia.