Masseria Campito è un’azienda agricola che si trova in località Casolla nel comune di Gricignano d’Aversa in provincia di Caserta. Un territorio che ai tempi dei Romani era denominato Campania Felix, grazie alla generosa fertilità del terreno, mentre oggi è diventato tristemente famoso alle cronache come la Terra dei fuochi; ma realtà come queste accendono una speranza per un’inversione di marcia e il ritorno agli antichi fasti.
La Masseria è collocata nel mezzo della tenuta circondata dal verde acceso dei circa sei ettari di vigneti, i terreni di proprietà della stessa famiglia da diversi decenni, come a rimarcare la sicurezza della bontà dei terreni, fino ai primi anni duemila erano coltivati con ortaggi, grano, frutta a seconda delle esigenze del mercato.
Circa dieci anni fa la svolta, il signor Lorenzo Di Martino, proprietario e agronomo, con la figlia Claudia insieme al marito Paolo, appassionato vi- ticoltore, e alle cugine Francesca, Simona e Ludovica decidono di dedicarsi esclusivamente alla coltivazione della vite e alla produzione di vino. La loro scommessa ricade sul vitigno storico della zona quasi in via d’estinzione, l’asprinio di Aversa, una specie autoctona a piede franco, che non ha quindi l’innesto con la vite americana per resistere alla fillossera.
Fino a pochi anni fa questa vite non cresceva sui classici filari, ma si arrampi- cava sugli alberi (pioppi) e poteva raggiungere altezze di 15 metri, creando dei veri e propri muri verdi. I contadini per vendemmiare utilizzavano particolari scale per raggiungere quelle altezze. La Masseria Campito tiene ancora alcuni vigneti coltivati con questa modalità, come testimonianza storica, ma per facilità di gestione oggi la coltivazione avviene in filari a spalliera.
Le vigne tutte di proprietà, sono certificate biologiche, si utilizza solo rame e zolfo, e il lavoro tra i filari è svolto principalmente da componenti della famiglia con l’aiuto di due operai. Le rese sono basse rispetto al disciplinare, circa 80-90 quintali per ettaro. La raccolta è fatta manualmente in cassette da 20 chili. La cantina, per ridurre l’impatto ambientale, è stata ricavata sotto la masseria a circa 8 metri di profondità, non ha quindi bisogno di refrigerazione artificiale, mentre sul tetto è stato montato un impianto fotovoltaico che alimenta masseria e cantina. I 4,5 ettari di asprinio una volta vendemmiati, sono lavorati a freddo in cantina per ottenere tre tipi di vino, uno fermo classico, uno spumante Metodo charmat, con autoclavi di proprietà collocati in cantina, che rappresenta circa il 50% della produzione ed infine un Metodo classico.