Via Cristo 49
Loc. Cristo di Bomporto
Sorbara (MO)
Tel.059902047
C’è stato un tempo che i carrettieri si fermavano al Cristo per rifocillarsi e far riposare i cavalli; ci si è fermato anche Mario Soldati coi suoi cineoperatori, quando girava l’indagine sulle valli del Po nei primi anni della televisione. Oggi la trattoria con l’edicola votiva del Cristo è chiusa, ma i campi lì intorno hanno preso il suo stesso nome. Terra buona, fertile, là dove la Secchia e il Panaro fanno una gobba che li avvicina. Non serve neanche irrigare. È in queste floride terre che nel 1926 nonno Achille, chimico e farmacista del paese, prese a piantar vigne. Fu poi il figlio Gianfranco che estese gli ettari vitati, allargandosi negli anni del boom economico. A ciascuno dei figli lasciò quattro biolche di terra. Se fossimo stati lungimiranti come i cugini transalpini, avremmo creato dei cru emblematici anche per le uve lambrusche. Ora gli ettari di Alberto e della moglie Barbara sono quindici, tutti al Cristo. Il vigneto è quasi un corpo unico e il più vicino è a una manciata di metri dalla soglia di casa. Le uve sono quelle del lambrusco di Sorbara, più qualcosa di salamino, che fa da impollinatore. Alberto dimostra come si possa declinare nel miglior modo possibile il Sorbara, vitigno caratterizzato dal poco colore e spiccata acidità; si ottengono così vini rosati, secchi, frizzanti naturali e spumantizzati, senza artificiose e innaturali sdolcinature. Entrando nella cantina è evidente il misurato contrasto tra la tradizione antica e le moderne tecniche produttive Quando Alberto finì gli studi, il padre gli chiese cosa volesse fare nella vita: rispose che avrebbe voluto mantenere viva la tradizione del lavoro del nonno, continuata poi con felice intuizione dal padre.
Per la famiglia Paltrinieri la soddisfazione e la passione per il lavoro di ar- tigiani agricoltori della vigna deriva dalla consapevolezza che tutto sia ben fatto, avendo come orizzonte quella promessa di cuore, che va oltre loro stessi, ma sfida il tempo, di consegnare a chi verrà dopo ciò che hanno ricevuto. Gianfranco Paltrinieri ha lasciato al figlio Alberto un’eredità importante, anche morale. Lui ne ha seguito i passi, volgendo lo sguardo ad un futuro che fosse dedicato a interpretazioni sempre migliori del Lambrusco.