“Oggi mi sento una persona fortunata, perchè sto facendo quello che ho sognato sin da bambino. Così Damijan Podversic. che lavora con i ritmi della natura. “Tutto questo è una buona parte del mestiere di contadino”, è la sua convinzione. Le sue parole sono più che eloquenti: “Il vino è come la musica, ogni annata ha il suo ritmo e sonorità, bisogna sentirlo e interpretarlo”. E aggiunge, in un intervista raccolta da Nicoletta Dicova: “Il vino è il cibo dell’anima e come tale deve essere rispettato, non bisogna abusarne. Se diventa il cibo del corpo è finita, si trasforma
in una malattia. Faccio vino per 2.000 persone in tutto il mondo che bevono 12 bottiglie all’anno, questo é tutto, poi il vino è finito”. Il metodo di lavorazione di Damijan è chiaro: rispettare la vita del terreno e del vigneto. rispettare l’uva, estraendo tutta la ricchezza del seme e della buccia. “Anche in cantina, come nel vigneto, il tempo è scandito dalle fasi lunari che determinano tutti gli stadi del lavoro. La ricchezza dell’uva è racchiusa nella buccia e nel seme, elementi necessari nella fermentazione, solo così il vino risulterà completo”.