Andrea Rizzo non è friulano ma veneto. La sua è una storia particolare. Studente di Agraria, impegnato nel sociale, decide di trasferirsi sulle colli- ne sopra Nimis alla vigilia della partenza per un periodo di volontariato in Africa con una ONG.
Da studente universitario Andra aveva trascorso un periodo a Montpellier, nell’ambito di un progetto Erasmus, e lì aveva visto i francesi fare il vino. Alla vigilia della partenza per l’Africa passa qualche giorno, da solo, in questo podere in mezzo al bosco e pianta la tenda sotto i due gelsi centenari.
“Ho trascorso quelle giornate in assoluta tranquillità, senza avere mai pau- ra, nonostante fossi da solo e mi sono innamorato di questo posto. Ne è seguita la decisione di rischiare un’avventura; acquistare il fondo, avviare un’attività agricola, vivere e interpretare un luogo che lo aveva colpito così profondamente”.
Poi arriva l’accordo con i proprietari, l’acconto in lire e il saldo in euro. “Erano anni in cui ancora, un giovane come me che non aveva risorse di fa- miglia, poteva credere di lanciarsi in un’avventura come questa che ti vincola ad un impegno finanziario che dura tutta la vita”. Andrea torna in Francia e chiede di poter stare ancora un po’ a lavorare come operaio in cantina per poter apprendere il più possibile: l’enologo della can- tina gli trasmette quello che sa e da allora diventa il suo valido consigliere. E così nasce Feudo dei Gelsi. Una vecchia casa che viene completamente rifatta seguendo le regole della bioarchitettura. Due gelsi meravigliosi che fanno da sentinelle, una strada sterrata che si inerpica in mezzo al bosco. E le vigne. Dal 2002, anno in cui Andrea si è trasferito qui, Feudo dei Gelsi si è popolato rapidamente. Ora Andrea non è più solo in questa avventura. Ha una compagna e tre figlie. La compagna ha un lavoro a Venezia, pertanto è Andrea che si occupa delle bambine e che al contempo conduce le attività in vigna e in cantina.
“Con tre figlie faccio quello che posso; d’altronde la mia è stata una scelta di vita. Voglio vivere come desidero e non avere costrizioni pertanto produco quello che riesco, nell’assoluto rispetto della natura”. In vigna il lavoro è tutto manuale, la coltivazione segue le regole della colti- vazione biologica con qualche trattamento di biodinamica. Andrea ha sempre prodotto i suoi vini in modo naturale, senza bisogno di certificazione. Da un anno ha attivato le procedura per la certificazione biologica per favorire la commercializzazione dei suoi vini. Andrea ci fa visitare la piccola sala per l’appassimento e ci racconta che da quest’anno con grande soddisfazione è riuscito a produrre anche qualche sacco di frumento per fare il pane. E infine il luogo che lo rende più orgoglioso: un piccolo locale per la degu- stazione e una sala per la conservazione delle bottiglie. “Ho scavato sotto la superficie 9 metri e ho costruito una cantina come fanno in Francia”. Si scende da un ripida scala e si arriva nella meravigliosa cantina sotterranea che ospita le barrique per l’affinamento.