Radikon è uno dei nomi imprescindibili per chi voglia avvicinarsi ai vini del Collio e a una certa concezione produttiva. A parere di molti, questo vignaiolo di Oslavia è quello più accostabile all’icona Gravner nella pattuglia di quelli che sono comunemente considerati i suoi allievi; in realtà Stanko Radikon ha scelto un percorso assai personale, basato sul dubbio, sulla sperimentazione e sulla verifica continua. Un’indipendenza nelle scelte che si riflette sulla fattura dei vini, prodotti dai quali è abbastanza difficile “tornare indietro”, nei quali natura e territorio (e che territorio) si fondono in un quadro d’insieme complesso ma di largo respiro. La continuità stilistica che li caratterizza - tutti indistintamente: dal Merlot alla Ribolla gialla - è impressionante, indubitabilmente figlia di una coerenza produttiva fatta di coraggio ma anche di grande disciplina. Radikon va ben oltre i discorsi modaioli o autoreferenziali legati alla macerazione e ai cosiddetti orange wines: e se qualcuno pensa che a fare la differenza siano solo i formati delle bottiglie (o da litro o da mezzo litro, senza vie di mezzo) si sbaglia di grosso.