1999: il sistema delle cantine sociali dell’agro romano collassa: Antonio e Fausto Cosmi sono a un bivio. Smettere di fare gli agricoltori o fare un salto verso “l’ignoto” mondo della vinificazione? Decidono di provarci. Presto si rendono conto che la “perfezione assoluta” promessa dall’industria enologica non esiste quando “si lavora sotto il cielo” e iniziano ad assecondare il lavoro “certosino” fatto in vigna - terreni di origine vulcanica - intervenendo il meno possibile in cantina, fino ad arrivare alle prime fermentazioni dei mosti e delle uve con lieviti delle uve proprie non selezionati, basso uso di anidride solforosa, travasi ridotti al minimo indispensabile e filtrazioni larghe.
I vini così ottenuti fatti assaggiare al “buio” venivano preferiti ad altri tecnicamente più lavorati. Nel 2004 ottengono la certificazione biologica e cominciano a pensare di avvicinarsi al mondo della biodinamica, pur sempre con uno sguardo disincantato e senza mai avere “visioni mistiche” tra le vigne e in cantina. L’intera azienda è di circa 18 ettari, 13 dei quali coltivati a vigneto, rossi (merlot, montepulciano, cabernet sauvignon, syrah) e bianchi (malvasia puntinata, grechetto, trebbiano, bombino, malvasia di candia). Per sapere come sono “percepiti” vini e vignaioli è utile leggere www.vinilacertosa. it/dicono-di-noi. “Non possiamo dire che la nostra ricchezza sia il territorio: a soli 10 km da grande raccordo anulare di Roma, siamo degli agricoltori eroici, di frontiera; lavoriamo e viviamo in un’area talmente urbanizzata che fare gli agricoltori significa essere sopportati e non (ma neanche lo vorremmo) supportati dalle istituzioni. Quando i tuoi vicini agricoltori si chiamano con nomi di famosi impresari edili, c’è poco da stare allegri”.