Il lavoro di Andrea Kihlgren a Santa Caterina inizia alla fine degli anni 80, con la sistemazione dei terreni di famiglia affidatigli da sua madre: “Un impegno, e diciamo pure un azzardo, per me che non avevo avuto una formazione agricola (...) da bambino avevo avuto modo di avvicinare il lavoro in campagna. E la vita del contadino mi era apparsa come un’avventura quotidiana piena di fascino. (...) La ricerca della semplicità e dell’essenzialità mi hanno guidato, alla fine degli anni 90, al lavoro agricolo e al lavoro in cantina (...) Il confronto con la natura, che l’uomo a intrapreso migliaia di anni fa iniziando a coltivare, è forse al tempo stesso il più semplice e il più complesso dei lavori. Occorre forza fisica ma anche sensibilità e tenerezza, concretezza ma anche capacità di immaginare”.Santa Caterina è una collina composta da una terra rossa argillosa, il più grande dei quattro poderi che costituiscono l’azienda agricola. Qui si trova la maggior parte delle vigne di Vermentino, assieme alle vigne di Albarola e Sangiovese. Non lontani, in direzione del mare, gli altri poderi a vigna e ulivo denominati Ghiarétolo (vigna di Merlot, Merla, Ciliegiolo), Giuncàro (vigna di Sauvignon e Tocai), e Segalàra (vigna di Vermentino).
Santa Caterina segue il metodo biodinamico. L’integrità del vino è infatti la condizione irrinunciabile di un’autentica qualità. Tutte le vinificazioni avvengono quindi senza uso di prodotti enologici, salvo una modesta dose di anidride solforosa.
“Occorre saperlo accompagnare e saperlo custodire, che non è poco, ma alla fine il vino si fa da solo”, dice Andrea.