“Stefano e le sue signorine stanno bene insieme”. Il vigneto di Stefano Legnani ha una superfice di solo un ettaro, sulle colline di Sarzana. Qui, nel 2004, 3.600 vigne sono state messe a dimora e da lì in poi coltivate con passione e amore. Stefano Legnani non ha mai trattato le sue “signorine” (così definisce le sue viti) con prodotti chimici sistemici (solo rame e zolfo in modeste quantità), alimenta invece il terreno con sovescio e cippato molto maturo, mentre in cantina ci si limita a fermentazioni spontanee sulle bucce per 4/5 giorni, svinatura e un solo travaso, nessun controllo della temperatura, nessuna chiarifica o filtratura e uso limitato di anidride solforosa. Una vigna davvero “domestica”: il vino di Stefano è fatto in modo semplice, sano e del tutto naturale.
Lui l’uva l’assaggia per decidere se è tempo di vendemmiare: “Uno dei segnali, è quando mi accorgo che le vespe cominciano a svolazzare con frenesia attorno al vigneto; cosi assaggio l’uva, deve piacermi in bocca, insomma se alletta me e le vespe, decido di iniziare la nostra vendemmia”. Stefano ha scelto la politica dei piccoli passi, un anno dopo l’altro, tra mille difficoltà, per arrivare al raggiungimento del suo obiettivo agro-enologico. Ovvero “riuscire a fare un buon vino, elegante, minerale, dai sentori varietali specifici del Vermentino per il tramite del rispetto del suolo e delle mie viti”.