Aurelio ed Emilio Del Bono sono fuori dagli schemi: anarchici perché nel territorio italiano più apprezzato per la spumantizzazione seguono i dettami della biodinamica, perseguendo la loro idea di vino con tante microvinificazioni e prove di innesto con vitigni a volte anomali per il territorio, dal rebo al marsanne al gewürztraminer, arrivando al moscato rosa e al pinot menieur. Così nascono grandi bollicine, spesso di livello paragonabile ai cugini nobili transalpini, ma non solo. Vini a volte spigolosi e con personalità, fantastici e non conformi, mai banali, a partire delle bottiglie, alcune delle quali sono decorate a mano dalla figlia di Aurelio e vengono sigillate, come una volta, con spago e ceralacca. Vini fuori dagli schemi (e fuori dalla Docg!), istintivi, viscerali, forse non comprensibili a tutti ma in grado di regalare, a chi li sa aspettare e ascoltare, emozioni da fuoriclasse.