Via J.F. Kennedy 36
Rivanazzano (PV)
Tel.038392244
L’Ingegner Eugenio Barbieri, già ricercatore universitario, ha costruito il suo sogno di autosufficienza al confine tra i Colli tortonesi e l’Oltrepò pavese. Atto d’amore e di sovversione a un tempo, la sua cascina - non chiamatela azienda - rappresenta un modello efficace per un ritorno alla terra, con buona pace di un sistema in piena crisi etica e di sostenibilità. Una realtà da prendere a modello, nella quale la principale fonte di reddito è la mancata spesa. Allevamento, coltivazione di ortaggi, bosco e anche vigna: come si capisce, non stiamo parlando di un viticoltore in senso stretto. Barbieri ha scelto di essere un agricoltore a tutto tondo, in un ritorno alle radici guidato da una passioneassai consapevole e una tensione etica che lo spingono a cercare l’integrazione con la terra. Il vino di un produttore così non poteva che essere libero nel significato pieno del termine: al di là della spontanea scelta naturale siamo alle prese con una filosofia che non ha niente di interventista e che non ha nulla a che spartire con gli standard di mercato. Per Barbieri il vino “È uva e tempo”: da qui le vinificazioni al limite dell’incredibile con le macerazioni lunghe una vita, da qui i notevoli tempi di affinamento prima dell’immissione in commercio. Una pratica che ha i suoi costi, e che ha portato questo vignaiolo a sentirsi in colpa perché otto anni prima di mettere in bottiglia un vino comportano prezzi non bassi- ma neppure esosi: la fascia è quella tra i 15 e i 30 euro in enoteca - e questo contrasta con la sua convinzione che bere sano debba essere un diritto di tutti. Provvederà presto, l’Ingegner Barbieri: nel frattempo a dire di questa passione e di questa attitudine ci sono i due vini della cascina. Il Rairon, figlio di quell’uva rara (“vitigno inflessibile”) mai abbastanza presa in considerazione e della quale porta il nome dialettale, spiazza per la pulizia espressiva e il piglio risoluto; teso e diretto, si risolve passando attraverso le maglie di una trama tannica robusta in una persistenza notevole, caratterizzata da piacevoli rimandi balsamici. Bevibilità da manuale. Il Novecento (barbera, croatina e uva rara) è un vino fitto di struttura, rimandi, sensazioni; si tratta di un rosso dotato di una modalità seduttiva affatto particolare, severo eppure capace di morbidezze, complesso ma fruibile e generoso.
La cascina di Rivanazzano è uno dei punti di resistenza della viticoltura che cerca di tornare a se stessa attraverso un percorso a ritroso. È un cammino tutto da seguire, quello in direzione ostinata e contraria di questo contadino capace di raccontarci una storia che sappiamo a memoria ma che, per quanto possa apparire assurdo, ci siamo dimenticati.