“Si dice che il vento faccia il suo giro e così la vite, ma non è un giro di vite il nostro”, scrivono Alessandro e Beatrice Bonci e Daniela Quaresima. E riassumono così la scelta di tornare dalla città alla terra, alle vigne che il nonno Domenico Bonci possedeva in contrada di San Michele, all’inizio del ‘900. “Lavoriamo con due vitigni che qui sono nati e qui affondano le loro radici - raccontano -: il Verdicchio, che seduto su queste colline si fa ombra con la montagna, mentre allunga i piedi verso il mare e il Montepulciano”.
L’attenzione comincia dal vigneto - lasciato inerbito in totale assenza di diserbanti e antibotritici- e continua fino alla cantina, dove travasi, le chiarificazioni e le filtrazioni sono ridotte al minimo indispensabile per ritrovare il più possibile le caratteristiche aromatiche del territorio della loro Marca ritrovata. È la ricetta per ottimi Verdicchi dai nomi singolari, Pigro e Capovolto. “Ci piace fare il vino, ma più di tutto ci piace berlo e berlo in compagnia di amici, ancor meglio se viziati da musica, fumetti e fotografia o solamente da grasse risate. Non vediamo il vino come fine ultimo, ma come mezzo che ci ha sempre permesso di realizzare altro. In fondo, è solo vino quello che facciamo”. Una cantina militante che guarda alla co-produzione come nel progetto “Adotta un filare”. Agriturismo in completamento.