Sara e Gabriele, quando acquisirono alcuni anni fa la Casa della Menta, non si aspettavano certo che quella cascina, nel cuore di Selvaggia Baretta, frazione di Montaldo Bormida, avrebbe dato il via a un cambiamento che avrebbe radicalmente trasformato le loro vite. Quella casa, che tra gli abitanti del borgo veniva chiamata “Casa della Menta” per la freschezza e l’aroma che la pianta evocava, rappresentava per loro l’occasione di tornare alle origini, di mettere radici in un territorio che aveva sempre avuto un legame profondo con la terra e con la tradizione. Ma, più di tutto, l’acquisto della casa rappresentava un ritorno a una visione del lavoro e della vita che affondava nelle memorie familiari, nelle storie tramandate, negli insegnamenti di chi, in passato, aveva vissuto a stretto contatto con la terra, lavorando con pazienza e nel rispetto dei ritmi naturali.
Il sogno di fare vino era sempre stato lì, silenzioso, ma presente, come un desiderio che da tempo li abitava. Volevano fare le cose per bene, come una volta, senza forzare la natura, ma accogliendola con rispetto, lasciando che fosse essa a dettare i tempi. Ma c'era un passo ulteriore da fare, e quello arrivò con l'incontro che sarebbe stato decisivo: gli amici della Cascina del Vento, una realtà che, come loro, non si accontentava di fare il vino come una mera produzione industriale, ma che voleva infondere nella bottiglia una storia, un’identità, una tradizione. A completare il quadro, l'incontro con Fabio Emilio Somazzi, enologo de Lo Zerbone, che divenne il punto di riferimento per loro. Con Fabio, Sara e Gabriele trovarono la guida esperta e l’ispirazione che li avrebbe portati a dare vita alla loro avventura enologica, pur mantenendo sempre quella misura e quel pudore che contraddistingue ogni scelta autentica.
Da quel momento, la loro ricerca iniziò a prendere forma, senza pressioni né affrettamenti, con il cuore rivolto a riscoprire quei sapori contadini che parlano di un legame profondo con la terra e di una fatica che non ha paura di mostrarsi, ma che trova nella lentezza il suo respiro più vero. Non avevano bisogno di certificazioni per dare valore ai loro vini: il loro credo era semplice e chiaro: un buon prodotto nasce dal rispetto per la terra, per l’uomo e per la natura. In vigna, prima di tutto, dove si semina la qualità, e poi in cantina, dove il vino trova la sua espressione più pura. Ogni bottiglia racconta una storia che non può essere incasellata in denominazioni, una storia che prende vita dalla passione e dalla sincerità, una storia che si riflette nell’identità del luogo e nel cuore di chi quel vino lo fa.
I vini di Ca’ de Menta sono come la loro filosofia: genuini, intensi, ma anche semplici. I rossi, corposi e strutturati, sono vini che non temono il tempo, che sanno raccontare la forza e la bellezza di una terra che non si è mai piegata alle mode. Ma è il bianco a essere forse il più sorprendente, un vino che molti definirebbero un’eresia, proprio per la sua capacità di sfidare le convenzioni: un bianco che non è per tutti, che o ami o rifuggi. Ma proprio per questo è il vino che racconta meglio la loro filosofia: un vino che si fa amare per la sua verità, per la sua autenticità, per il modo in cui esprime il rispetto per la natura e la sua filosofia biodinamica, pur senza certificazioni ufficiali. Perché ciò che conta davvero non sono le etichette, ma il legame che il vino ha con la terra che lo genera, con la mano che lo cura e con l'anima che lo guida.
E, come se non bastasse, c'è un tocco personale che arricchisce ulteriormente il progetto: le etichette di Ca’ de Menta, disegnate da Giacomo, il figlio di Sara e Gabriele. Queste etichette non sono solo un richiamo visivo, ma una sintesi perfetta di quello che i genitori hanno voluto trasmettere con il loro lavoro: la semplicità, la gioia e l'autenticità che ogni bottiglia racchiude al suo interno. Ogni disegno, ogni linea, ogni colore è una piccola dichiarazione d’intenti, un modo per raccontare che il vino che c’è dentro quelle bottiglie non è solo un prodotto, ma un’emozione, una storia, un incontro tra generazioni, un dialogo con la terra e con la tradizione.
Così, le bottiglie di Ca’ de Menta non sono solo un omaggio alla natura, ma anche una testimonianza di un percorso che è prima di tutto un ritorno alla radice: fare vino con la lentezza che la natura impone, senza fretta, senza compromessi, ma con il cuore e la mente rivolti a quella verità che si nasconde nei piccoli gesti, nella cura dei dettagli, nel rispetto per il lavoro. Ogni bottiglia è una finestra aperta su un mondo che non ha bisogno di affermarsi attraverso le certificazioni, ma che parla da sé, con la sua forza, con la sua bellezza, con la sua verità. Un vino che non si limita a essere bevuto, ma che viene vissuto, che ti accompagna, che ti racconta una storia di passione, di famiglia e di terra. E in ogni sorso, c’è l’eco di quella Casa della Menta, dove tutto ha avuto inizio.