Quella volta che Teobaldo Cappellano rifiutò la logica dei punteggi con i quali sono giudicati i vini, chiedendo alla critica di ignorare i suoi. Quella volta che diede vita al progetto Vini veri riunendo un gruppetto di “anarcoidi naturalisti” determinato a staccarsi dalle logiche commerciali in stile Vinitaly. Quella volta che mise a dimora nel mezzo del vigneto Gabutti - uno dei crus più prestigiosi di Langa - da allora la “vigna resistente” per eccellenza - alcuni filari di nebbiolo su piede franco, esponendoli secondo gli esperti agli attacchi della filossera. Tutte le volte che si adoperò per porre freno allo scempio ambientale al quale era sottoposta la sua terra. Baldo se ne è andato alcuni anni fa, ma il ricordo della sua straripante personalità e delle sue battaglie restano indelebili come un riferimento assoluto per l’enodissidenza. A raccoglierne l’eredità suo figlio Augusto, che da lui ha preso i modi gentili e una certa testardaggine: tutti sperano che - attraverso il vino e l’impegno militante - scriva altri capitoli di una storia senza la quale il mondo del vino italiano non sarebbe lo stesso. A Serralunga, zona Gabutti, c’è il Nebbiolo da Barolo, sia Franco sia Rupestris (varietà non attaccate da fillossera), la Barbera e il Dolcetto. A Novello il Nebbiolo ed un po’ di Dolcetto. La filosofia sposata è il pieno e totale rispetto della natura e del suo complesso equilibrio.