Nel 2003 Francesco Torello Rovereto, classe 1950, lascia la metalmeccanica e l’acciaio per tornare alla vigna dell’azienda acquista negli anni 30 dal nonno Giovanni, meno di quattro ettari di vigneti pregiati ma con il Castello e le sue cantine storiche. Qui si applicano i metodi dell’agricoltura biologica non solo evitando l’uso di pesticidi di sintesi, diserbanti e concimi “chimici”, ma anche preservando la fertilità del terreno grazie a lavorazioni appropriate e a concimazioni verdi. Il vigneto stesso è gestito in modo equilibrato con operazioni - quali il diradamento - eseguite rigorosamente a mano da vignaioli esperti, che consentono di ottenere così un’uva di elevata qualità e un vino che sincera espressione del terroir. Anche la vinificazione in cantina rispecchia la filosofia aziendale. “Tutto questo permette di preservare ciò che la Natura ha voluto offrirci”, dice il titolare. La guest house con piscina promette soggiorni da favola.