Non va in vigna senza aver con sè il moleskine, Ezio Cerruti. È un contadino volontario, nato agricoltore poi cresciuto a livello intellettuale per tornare alla terra con una consapevolezza ancora maggiore di sé e della propria storia.
Il suo Sol - Passito di Moscato, dolce ma mai stucchevole - è un affronto alla serialità e all’omologazione, con le sue rese bassissime. Soprattutto è un paradosso per un’azienda
che si trova nel cuore della zona del Moscato d’Asti. Il nucleo originario risale agli inizi del ‘900 quando la famiglia coltivava e produceva moscato. Ezio è titolare dell’azienda dal 1982. Da ragazzo Ezio vedeva i contadini della sua zona fare il vino in un modo distante dal suo ideale. Abbandonò il mondo contadino per l’Università, ma altre persone gli mostrarono un universo diverso. Ora vive tra le sue vigne, sul confine tra le Langhe e il Monferrato, a circa 400 metri, con pendenze piuttosto rilevanti.
I vigneti sono coltivati senza l’utilizzo di erbicidi o prodotti sistemici, ma senza cercare certificazioni. Ezio ha scelto il suo modo di intendere il Moscato e il suo grande passito. Un vino realizzato da un uomo di Langa appassionato di letteratura che non esita a definirsi pavesiano. La sua fuga è il vino.
Un vignaiolo che - non è un caso - se andate a chiedergli quanto ne vende, vi risponde serio: “Tutto quello che non riesco a bere”.