Il vino è come uno specchio. Riflette tanto chi lo produce quanto chi lo consuma. Questa la semplice regola che anima l’azienda agricola di Maurizio Altea e Adele Illotto, 5 ettari di vignetto nel territorio di Serdiana, secondo comune sardo per superficie vitata.
Vitigni tradizionali a 130 metri d’altitudine, vinificati con lieviti naturali, al di fuori della ristretta e omologante cerchia dei ceppi normalmente distribuiti. L’indicazione geografica tipica dei vini è Sibiola, la più piccola della Sardegna. Maurizio e Adele tengono a precisare che per questi motivi “i nostri vini sono veramente nostri dalla vigna alla bottiglia”, dato che dal 1993 impiegano i metodi dell’agricoltura biologica, utilizzando bassissime dosi di anidride solforosa, pari a circa la metà della soglia consentita dal disciplinare del vino bio. Ad arricchire il novero dei vini, prodotti da viti che in media hanno 22 anni, per una media di 8.000 bottiglie all’anno, ci sono il fresco e mandorlato Altea Bianco Igt Sibiola, da uve provenienti da un vitigno raro com’è quello del Nasco, con l’aggiunta di Vermentino e Nuragus, poi il corposo Altea Rosso Igt Sibiola, tratto da uve Cannonau e Carignano e dal 2013 il legiadro Papilio Igt Sibiola, a base Nuragus, ottenuto da un vignetto di oltre 50 anni.