Ero in viaggio sulla SS 125 diretto a Baunei in Ogliastra, quando mi sono ricordato di andare a salutare il mio amico Roberto e il fratello Lorenzo dell’azienda Pusole, circondato dal granito e da una vegetazione mediter- ranea (ora capisco perché Roberto abbia scelto questa zona per produrre i suoi vini). Raggiungiamo l’azienda e quando scendiamo dall’auto sentiamo nell’aria tutta la Sardegna, con i suoi profumi mediterranei e i suoi colori. Una zona fantastica a pochi chilometri dal mare - la brezza marina si sente leggera - circondato da montagne che cullano nella conca adiacente tutte le vigne del cannonau: sembra quasi che le montagne osservino e custodi- scono le vigne della famiglia Pusole. Roberto inizia ad appassionarsi al vino in Piemonte laureandosi in scienze viticole, poi inizia a lavorare durante l’università nell’azienda Conterno Fantino per fare esperienza e racimolare qualche soldino per poterlo investire.
Roberto racconta di un’esperienza bellissima durata quattro anni nei quali ha appreso l’arte, la professionalità e la voglia di fare vini buoni senza com- promessi: ha studiato le vigne, i metodi di vinificazione e la cura della terra, che è uno dei fattori più importanti della produzione del vino.
Tornato in Sardegna nel 2010 ha ripreso con il fratello l’azienda di famiglia che produceva vino sfuso. Innamorato dei luoghi di Lotzorai ha iniziato a ripiantare cannonau in terrazze alluvionali antiche, che già dopo qualche anno hanno dato dei risultati ottimi, sia per il clima, sia per le zone vocate. Nonostante gli studi in enologia, il sistema di coltivazione rimaneva tipica e semplice, ancora si scalza la terra con l’aratro, si zappa per le solite pulizie e durante l’anno si rimuove il terreno, semplicemente per farlo respirare. Tutte cure maniacali, ma semplici per ottimizzare i risultati.
Da buon produttore naturale utilizza zolfo e rame, e qualche macerato di vegetali per irrobustire le piante, a cui ora aggiunge anche gli oli essenziali. Roberto ha applicato e rivalutato il classico stile viticolo naturale che da sempre ha contraddistinto i vignaioli di quella zona. Fatto il lavoro manuale in vigna si passa alla cantina: qui si nota l’utilizzo dell’acciaio e delle botti da 200 litri, la vinificazione senza ultra estrazioni, ma che cerca di preser- vare il prodotto, addirittura parcellizzando ogni singolo cru che poi viene assemblato prima dell’imbottigliamento. Nessuna filtratura, nessun controllo della temperature, i lieviti sono quelli naturalmente presenti nell’uva, così si ottengono vini pronti subito, ma anche longevi.