Fare vini di qualità rispettando la natura e tutelando le tradizioni. Questo è il principale obiettivo di Pierluca Beneventano della Corte, giovane imprenditore agricolo che da Milano ha deciso di investire sulla Sicilia, in particolare sull'Etna.
Pierluca non si è svegliato una mattina e ha deciso di andare dall'altra parte d'Italia, per lui infatti, ultimogenito di un'antica famiglia nobile siciliana,questo è un ritorno alle origini in quella che sembrava una terra lontana ma che su di lui esercita un forte fascino, richiamandolo a se. A questo punto vi chiederete ma perché ha scelto il mondo del vino? Il padre Roberto è il fondatore di una società di selezione e distribuzione di vini di qualità. Vini di nicchia capaci di esprimere il territorio e di emozionare, una passione che è riuscito a tramandare a suo figlio facendolo innamorare del lato più genuino di tutta la filiera: la coltivazione della vigna, perché è da lì che parte tutto.
Fatta mente locale sul Chi passiamo al Dove: Sicilia, Catania, Etna, Versante SUD-EST, qui sono situati i due terreni per un'estensione di circa 3 ettari, in contrada Salto del Corvo (Sangiovannello) e Carpène, distanti l'uno dall'altro un paio di chilometri a circa 650-750 msl.
Qui la natura è generosa e panorami idilliaci fanno quasi dimenticare l'incredibile potenza dell' “ ‘A Muntagna” (così viene chiamato l'Etna), il vulcano attivo più alto d'Europa, tanto bello e prezioso da diventare patrimonio dell'UNESCO nel 2013.
I terreni sono circondati da bocche vulcaniche non più in attività: Monte Ilice e Monte Gorna i più vicini. Il panorama che si può apprezzare è ammirevole, il mare in lontananza lo si sente nei polmoni e si mescola all'aria di montagna, subito si pensa alla vigna e ai benefici che ne può trarre. A proposito della vigna le cultivar qui sono tutte autoctone: Nerello Mascalese e Carricante ne fanno da padrone ma ci sono anche Nerello Cappuccio, Catarrato, Minella Nera e Minella Bianca. Il 50% delle viti è molto vecchio, la loro età media di 40 anni. La restante parte è stata re-impiantata perché i terreni erano in stato di semiabbandono. Il tipo di allevamento utilizzato è quello ad Alberello Etneo, tipico allevamento che esiste da oltre 2000 anni, scelto perché oltre a rispettare la tradizione, è quello che meglio si adatta al clima e al suolo vulcanico. Il terreno infatti è per la maggior parte composto da sabbia vulcanica e scheletro (lapilli di lava, qui chiamati "ripiddu"), le caratteristiche principali sono quelle di avere grandi proprietà drenanti, che permettono all'acqua di andare in profondità che a sua volta invoglia la vite a spingere le sue radici tra i differenti strati di matrice vulcanica, ricchi di sostanza organica e di microelementi minerali.