Il vino può essere imperfetto, purché sia naturale. Chi lo pensa è Nino Barraco, proprietario dell’azienda omonima, in queldi Marsala. Marcatamente artigianale, date le piccole dimensioni, l’azienda Barraco nasce nel 2004 ,con radici profonde nella tradizione contadina della famiglia, ed oggi produce 15.000 bottiglie di vino suddivise nei cinque vitigni vinificati in purezza. Raccolta a mano, sottoposta a “pigiadiraspatura” e poi lasciata a macerare sulle bucce. Questo l’iter dell’uva, successivamente pressata con torchio verticale. Il traguardo, per i bianchi, è diventare Grillo, Catarratto e Zibibbo. Per i rossi Pignatello e Nero d’Avola. Un percorso che Barraco ha sintetizzato nel decalogo che è possibile leggere anche sul sito internet dell’azienda. Vitigni rigorosamente autoctoni, colture biologiche, lieviti del posto e non selezionati, nessun barrique ma contenitori inerti, almeno un anno di affinamento. Perché diversità, variabilità, casualità e imprevedibilità, in questo caso, fanno rima con qualità bio. Con sue parole “Il vino per me è rappresentazione di identità, in cui le note dissonanti partecipano prepotentemente alla caratterizzazione dello stesso. Il risultato non è un vino perfetto, ma un vino riconoscibile per la sua personalità e diversità. Per raggiungerlo si evita accuratamente l’omologazione apportata dall’intervento di tecnici esterni”.