I vigneti dell’azienda agricola Bonavita si trovano a Faro Superiore (Messina), tra querce e castagni, affacciati su spettacolari terrazzi sullo Stretto di Messina, coltivati ad alberello o a controspalliera. Un anfiteatro coltivato naturalmente che accoglie vitigni autoctoni di nerello mascalese, nerello cappuccio e nocera, tra i 6 e i 60 anni. Chi porta avanti l’azienda è Giovanni Scarfone, che non utilizza concimi chimici “ma solo sovesci annuali di leguminose seminate in autunno, in modo da apportare sostanza organica naturale, racconta, senza far alcun uso di erbicidi ed insetticidi, ma solo basse dosi di rame e zolfo per la difesa antiparassitaria”. La vendemmia - che ha luogo nei primi venti giorni d’ottobre - prevede la raccolta manuale delle uve, trasportate a pochi metri di distanza nella cantina di proprietà. È poi la volta di una macerazione non invasiva, senza l’addizione di altre sostanze, con tempi diversi a seconda della tipologia: rosso (il Bonavita Faro, 4.000 bottiglie all’anno) o rosato (il Bonavita rosato, 1.500 bottiglie all’anno con un affinamento di 6 mesi in acciaio). Bonavita vuole essere semplice, esprimere “il nostro attaccamento a un territorio, troppo spesso martoriato dalla noncuranza dell’uomo, per raccontare con il linguaggio dei nostri vini la terra che tanto amiamo senza rompere l’equilibrio naturale che negli anni si è creato”.