Contrada Allegracore, Strada Provinciale 89
Randazzo (CT)
Tel.0957991992
A Sud un muro di lava, a Nord l’Alcantara. Nel mezzo, incastonata come un pietra preziosa, la contrada Allegracore. Siamo a circa 700 metri alle pendici dell’Etna a pochi passi dal paese medievale di Randazzo, dove le Fattorie Romeo del Castello sono da secoli possedimento di famiglia.
Oggi alla conduzione e gestione ci sono mamma Rosanna, la figlia Chiara Vigo e suo marito Gianluca Torrisi. Dopo la prematura scomparsa del padre, Chiara si riscopre innamorata della sua terra e legata più che mai ai valori della sua famiglia, è così che decide di dare nuova vita a quella che oggi è la consolidata identità aziendale. Finiti gli studi universitari in scienze della Comunicazione a Bologna, sotto la direzione di Umberto Eco, consegue anche il dottorato in Scienze della Arti della Scuola di Studi Avanzati a Venezia con una tesi sulle etichette da vino prodotte dagli artisti. Da qui poi nasce il suo libro “Arte e Vino” pubblicato nel 2007.
Ma il richiamo della tenuta di famiglia la riconduce nella sua Sicilia, dove non disdegna affondare le mani nella terra, elemento quest’oggi di una figura di contadino anche intellettuale. Nel 1981 un’eruzione vulcanica ha distrutto oltre la metà dei terreni e delle coltivazioni, per poi spegnersi nel fiume Alcantara, sul limite della vigna “La Fruttiera” di Chiara, miracolosamente incolume. Da questa perdita, la natura è stata comunque capace di rigenerarsi e di far dono ai loro vini di una nuova anima vulcanica. Di questo episodio oggi è possibile ammirare una straordinaria insenatura naturale, una sorta di grotta creata dal magma, che si è miracolosamente bloccato davanti al resto delle coltivazioni.
Un altro incredibile regalo della natura è uno splendido ulivo millenario, all’interno del quale sono ora presenti due querce ormai centenarie e un nuovo ulivo. L’attuale proprietà è composta da boschi di querce e castagni, oliveto, pereto e vigna. Si privilegia la coltivazione di varietà autoctone, come le uve di nerello mascalese e cappuccio. Tre ettari sono vigne centenarie e dieci sono stati reimpiantati nel 2004.
La coltivazione è condotta secondo metodi biologici, nel rispetto per la na- tura, dei cicli biologici e delle tradizioni etnee. Fu importante l’apporto della supervisione di Salvo Foti, che con i suoi Vigneri - come vedremo - è stato un precursore per questa nuova rinascita della produzione etnea.
Sono tre i vini prodotti, più un ottimo olio, una particolare acquavite (Gioia- luce) di pere coscia e miele di fiori di Sulla. Tutto basandosi sulla territorialità e sulla specificità delle varietà autoctone. Così l’Allegracore è alta espressione di nerello mascalese, mentre il Vigo, prodotto solo nelle annate migliori, rappresenta l’apoteosi dell’essenza etneo-vulcanica, dove anche una piccola percentuale di nerello cappuccio concorre a trovare un misurato ed elegante equilibrio esplosivo. Negli ultimi anni è poi arrivato il vino rosato ottenuto dalle vigne di oltre 70 anni di nerello, proprio per dare al vino un’anima minerale e di spiccata personalità.