Dolce è il sorriso di Paola, dolce come la sua Malvasia, e gli occhi sono azzurri come il cielo sconfinato delle Eolie, e i capelli rossi come il fuoco del Vulcano. Donna di sfide e di passione, che ha recuperato otto ettari di sabbia nella vallata del Gelso, alla punta dell’Ufala che guarda in faccia la Sicilia, contendendola ai conigli, ai grilli talpa e ai canneti che la ricoprivano, dissodando e piantando, scavando e livellando. Oggi 5 ettari di vigne raccontano una storia d’amore e di riscatto per questa terra in mezzo al mare che ha vissuto decenni di abbandono, emigrazione, fatica immane. La fatica non spaventa, dice Paola, che la conosce bene: nessuna irrigazione, nemmeno di soccorso, il lavoro manuale della vigna per una produzione di soli 25 quintali per ettaro - ben al di sotto del disciplinare – la raccolta grappolo per grappolo e la selezione, e l’appassimento sui graticci nel cortile di casa, poi il trasporto delle uve a Malfa, sull’isola di Salina, per la vinificazione. Così, ogni anno, nasce questa Malvasia che è oro liquido che splende nel bicchiere e profuma di arancia candita e miele caldo, di cannella e mandorle tostate adagiate su un fondo minerale lievemente salmastro, e ti lascia in bocca la dolcezza delle mattine di giugno.