Nel triangolo magico del vino, tra Firenze Siena e Arezzo, delimitato dai rilievi montuosi del Pratomagno e dai monti del Chianti, troviamo
il Valdarno, un territorio a prevalenza argillosa, riconosciuto come zona di eccellenza già nel 1716 con il Bando di Cosimo III de’Medici.
La Salceta è immersa e integrata nel territorio, tra il borgo di Campogialli, antico castello della famiglia guelfa de’ Pazzi, e l’antica strada etrusca e romana CassiaVetus, lungo la via dei Setteponti. L’azienda, di circa 18 ettari, è sviluppata in modo biologico, osservando e rispettando gli equilibri ecologici locali, ed è stata tra i promotori e fondatori della Val d’Arno di Sopra Doc, che ha l’obiettivo di tutelare e promuovere i vini e la viticoltura
di qualità del Val d’Arno. La Salceta è l’interpretazione di Ettore Ciancico, vignaiolo impegnato nella Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, del territorio e della viticoltura in Valdarno. Diversità, integrità, comunità sono per lui le parole chiave dell’azienda. Fin dall’inizio è stata d’uopo la scelta della coltivazione biologica - con standard ancora più severi del disciplinare - e dell’uso delle erbe come naturale integrazione e protezione. Una gestione delle vigne per proteggere i ceppi e per ottenere i particolari risultati nelle uve, che poi, perfette, saranno il cardine del lavoro in cantina. Il risultato sono vini profumati, freschi, di grande impatto, e, cosa più importante di tutte, espressione del terroir. “Vini meno omogenei che incontrano il gusto dei consumatori”, aggiunge Ettore.