loc. Case Basse
Montalcino
soldera@casebasse.it
solder.it
Una volta passata la vigna e la cantina di Caprili, che si trovano lungo la stessa strada sterrata che porta alla tenuta di Soldera si cominciano a vedere i filari di Case Basse; li riconoscerete subito perché la vigna è interamente recintata. È la prima volta che vedo un intero vigneto recintato, e non certo recintato con una rete di quelle per evitare che cinghiali o altri animali selvatici entrino in vigna… Siamo a Tavernelle, località di Montalcino situata a sud ovest dell’omonimo paese. Gianfranco non scelse questa zona casualmente, al contrario prima di capire dove piantare la sua vigna per creare un grande vino, cercò accuratamente una zona che fosse ad un’altitudine media tale da evitare la formazione di cumuli di nebbia, ventilata, che potesse godere di un’ottima esposizione al sole e con un sottosuolo che avesse in profondità un complesso strato roccioso e ancora più in profondità una buona e costante riserva idrica sotterranea. Ultima ma non meno importante delle cose una zona che fosse il meno possibile soggetta a grandinate ed eventi estremi.
Varcato il cancello d’ingresso non si può non accorgersi di quanto tutto attorno sia preciso e ordinato. Una precisione e ordine che troveremo sia in vigna che in cantina. Gran parte del lavoro per ottenere i grandi vini di Soldera viene svolto proprio in vigna tramite un monitoraggio e una manutenzione quasi maniacale. Lungo il perimetro del vigneto sorgono sulla sommità di diversi pali delle vere e proprio stazioni meteo, sormontate anche da telecamere, che inviano costantemente una moltitudine di dati, tra cui l’umidità e la temperatura rilevata al terreno. Inoltre non ci sono periodi specifici per le potature verdi ma si passa più e più volte per salvaguardare l’andamento e la crescita delle piante o dei grappoli in funzione alla stagione.
La sfogliatura della vite e il diradamento dei grappoli avvengono solo quando necessari, inoltre un’altra caratteristica del lavoro manuale in vigna è quello di non cimare ma al contrario creare un vero e proprio tetto costruito con le ramificazioni delle piante che scorrono lungo dei fili alla sommità dei filari; un tetto con una doppia funzione: proteggere i grappoli da eventi atmosferici estremi come forti piogge e nei casi peggiori grandine o anche dal troppo sole e inoltre garantire un apporto alla fotosintesi delle piante grazie a un apparato fogliare più esteso.
Un altro grande aiuto e contributo alla gestione e salvaguardia dei vigneti è dato dal giardino di Case Basse, ideato e realizzato da Graziella. Un vero e proprio giardino botanico che può contare su oltre due ettari di terreno dove crescono una moltitudine di specie. Qui si possono trovare una delle collezioni più importanti di rose antiche nonché di meli ornamentali. Questo giardino botanico non funge solo da polmone verde ma ha aiutato a creare una propria biodiversità, un vero e proprio ecosistema all’interno del vigneto e all’ambiente che gli sta intorno capace di autoregolarsi.
La cantina si sviluppa su tre livelli e scende fino a 14 metri di profondità. I lavori imponenti di questa struttura sono stati completati nei primissimi anni 2000. La prima cosa che risalta subito all’occhio sono gli imponenti tini troncoconici di vinificazione marchiati Garbellotto costruiti su misura e assemblati a mano all’interno della cantina. I tini sono disposti sul secondo livello della cantina e sono talmente imponenti da essere ben visibili dall’ingresso della cantina sul primo livello. Scendiamo un’altra rampa di scale e arriviamo nella cantina di maturazione dove i vini riposano solo in grandi botti di rovere di slavonia sempre marchiate Garbellotto. Le pareti della cantina sotterranea sono state create utilizzando le grosse pietre estratte durante gli scavi per raggiungere la profondità ideale, queste pietre sono state poi ammassate in spesse gabbie metalliche che impilate tra di loro creano i muri della cantina. Inoltre per l’areazione del locale sono state scavate delle fessure nel terreno che regolano naturalmente la filtrazione di aria nuova e pulita in ingresso favorendo un ricircolo di aria fresca e mai stagnante, praticamente lo stesso principio dei crotti Valtellinesi. Non sono mai stato in una cantina così pulita e ordinata, appena entrato la sensazione è quella di respirare un profumo vinoso fine e inebriante, nessun odore di muffe o umidità. Grazie a queste correnti di aria che entrano dal sottosuolo e grazie ai muri in pietra che non solo fanno da perfetto isolamento ma allo stesso tempo traspirano e fanno passare l’umidità necessaria dal terreno, la cantina rimane costantemente fresca, umida e soprattutto pulita; ogni settimana infatti, l’Università degli Studi di Firenze raccoglie e analizza dei campioni raccolti dal pavimento e dalle pareti della cantina e dalla superficie e dall’interno delle botti per verificare che non si sviluppino batteri e microrganismi dannosi per il vino.
Ogni bottiglia di Soldera racchiude questo meticoloso lavoro svolto sia in vigna che in cantina. A Case Basse non c’è bisogno di prodotti sistemici per mantenere sane le viti e combattere malattie o parassiti, raramente bisogna trattare la vigna e se si decide di intervenire lo si fa preventivamente con solo rame e zolfo; allo stesso tempo in cantina non c’è bisogno di controllare le temperature in fermentazione né aggiungere lieviti selezionati o altri prodotti enologici per correggere o filtrare i vini, la cantina è stata studiata e creata in profondità proprio per garantire temperature ideali e omogenee e con un controllo così certosino in vigna si raccolgono solo grappoli eccellenti che non hanno bisogno di essere corretti in alcun modo.
Penso che difficilmente verrà mai accostato il termine naturale ad un vino di Gianfranco Soldera, perché siamo abituati ad affibbiare questo termine ai vini di produttori che solitamente cercano di evitare il più possibile l’intervento antropico nella creazione dei loro vini. A Case Basse l’intervento umano in vigna e in cantina è presente e continuativo ma Gianfranco è stato un vero e proprio visionario capace di creare uno tra i più grandi, apprezzati e ricercati vini al mondo, sfruttando al massimo (in senso positivo) solo la natura stessa come tecnologia e mezzo, una cosa ben diversa dall’usare la tecnologia e l’innovazione odierna del settore enologico!