Sopra le nuvole c’è sempre il sole. È il motto della famiglia Pedrotti, che da oltre 100 anni coltiva questo pezzo di terra, sospeso tra le montagne e le acque, nella Valle dei Laghi. Venendo da Arco, dopo l’abitato di Drò, si prende a destra per il lago di Cavedine. Dopo qualche curva, un paesaggio roccioso, inusuale, vagamente fiabesco, conduce fino al piccolo ma suggestivo lago di Cavedine. Alla sommità del lago si incontra l’azienda agricola Gino Pedrotti. Una grande casa che ospita la cantina e le abitazioni della famiglia. E uno storico bar che la famiglia Pedrotti gestisce da 85 anni e dove, per scelta, non si vende Coca Cola. Tre generazioni di vignaioli. Tutto inizia con il nonno Giuseppe, che si sposta dalle valli più impervie e costruisce in prossimità del lago la casa; poi il signor Gino sviluppa l’attività, con l’aiuto della moglie, fino a cedere il testimone ai figli. Giuseppe e le sorelle oggi, con la discreta presenza dei genitori, conducono la vigna, la cantina e anche l’attività del bar. Giuseppe Pedrotti ha innovato l’azienda nel senso del rispetto dell’ambiente: uve certificate biologiche e un’attenzione sempre più marcata alla biodi- namica. Con la consapevolezza che è necessario preservare la terra, darle energia e vitalità. È innanzitutto dai vitigni autoctoni trentini che Giuseppe ricava i suoi vini di punta. La nosiola, unico vitigno a bacca bianca autoc- tono in Trentino, molto coltivato in passato ora rappresenta solo l’1% circa della coltivazione di uva in Trentino. Il rischio che si corre, dice Giuseppe, è di vendemmiarla troppo presto, invece bisogna rischiare, attendere, avere pazienza. Lasciare che il sole la maturi e l’Ora, il prezioso vento che sale dal lago di Garda, l’accarezzi. Il risultato è un vino molto gradevole, fruttato, fresco e complesso allo stesso tempo. Dalla nosiola si ricava anche il prezioso Vino Santo. Rigorosamente con la “o” finale, da non confondere con il Vin Santo toscano. Il Vino Santo trentino, prodotto in quantità significative in passato, ora sta risorgendo, grazie alla tenacia di alcuni vignaioli della zona. L’uva nosiola, vendemmiata tardivamen- te, viene fatta riposare sulle “arele”, coccolata dall’Ora per mesi - la tradizione vuole fino alla settimana santa in cui avviene la pigiatura (da qui il nome vino santo). Si ottiene un vino passito, fermentato naturalmente e molto a lungo, lievemente dolce. Pedrotti produce altri due bianchi: uno Chardonnay e l’Aura, un incrocio di nosiola e chardonnay, affinato in legno per un anno. Tra i rossi spicca il rosato Schiava nero, anch’esso vitigno tipico trentino, un ottimo Merlot, un Rebo, vitigno ottenuto dall’incrocio tra merlot e teroldego. Infine L’ Auro, un rosso complesso, ottenuto da uve cabernet franc, in parte appassite, e uve merlot. Il sistema di coltivazione è in prevalenza a guyot anche se si è mantenuto qualche impianto a pergola, tipico di questa zona. L’impegno della famiglia Pedrotti non è solo nella produzione di ottimi vini nel rispetto dell’ambiente. Giuseppe e le sorelle accolgono con cordialità i visitatori, mostrano loro la azienda e servono nel loro bar prodotti artigianali di eccellenza. La loro attenzione si esprime con la disponibilità al dialogo per sviluppare consapevolezza critica. È anche così che si fa agricoltura rispettosa dell’ambiente. Antistante al locale per la piccola ristorazione, un giardino che è una vera opera d’arte, un luogo che - specie d’estate - invita al riposo e alla riflessione escursionisti, cicloturisti e amanti delle cose buone.