Connubio che dura ben dal 1975 quello fra il baffuto Mario Pojer e il canuto Fiorentino Sandri. Successo pressoché immediato per questi vignaioli trentini che già da subito puntarono sui vitigni autoctoni, come la Nosiola e il Müller Thurgau. Seguirono poi tanti altri innesti e grandi vini. Fin dall’inizio, accanto alla cantina, si è affiancata la distilleria, tra le prime a produrre in Trentino la grappa monovitigno. Ma il dinamico duo è precursore per diversi aspetti, come quello di aver commercializzato lo Chardonnay in Italia nel 1979. Tra i primi a produrre Sauvignon Blanc, utilizzato tra gli altri poi nel 1985 per produrre l’Essenzia, vino dolce in stile nordico, legato all’alta acidità e bassa gradazione alcolica. Tante le innovazioni dalla metà degli anni 70 ad oggi, che hanno
un filo conduttore riassunto da Mario Pojer: “migliorare e personalizzare il prodotto, riducendo al minimo le aggiunte esogene (bentonite e solforosa), dimenticando enzimi, chiarificanti, gomma arabica e altri artifizi”. Abili ideatori di macchinari, come la lava-uva stile Jacuzzi, Inertys, il brevetto del 2002 per una tecnica di pressatura in atmosfera controllata. La “lotta” contro l’ossidazione ha avuto risultati molto buoni certificati anche dall’Istituto Agrario di S.Michele all’ Adige. Ultima sfida, solo in ordine di tempo, l’uscita di Zero Infinito, vino bianco frizzante col fondo, ottenuto da vitigno Solaris, varietà resistente interspecifica, nata a Friburg ne 1975. È un vino ancestrale
a ZERO impatto chimico, ZERO impatto in vigna e in cantina. Risultato ottenuto dopo 39 vendemmie in cantina per arrivare alla purezza. Si mangia e si dorme al Maso Besleri.