Naturale e critico, umile quanto tenace, Marco Merli è un giovane vignaiolo che cresce di anno in anno nella consapevolezza quanto nella qualità dei suoi vini. Dal 2002 conduce con suo padre questa cantina, che in pochi anni è diventata una tra le più conosciute
in Umbria dal pubblico dell’enodissidenza. Minore in una regione minore - almeno in quanto a rilevanza mediatica - Merli ha fatto di necessità virtù e ha scelto la via dell’autenticità per raccontare attraverso il vino la sua storia e quella della terra della quale è figlio. Sta a Casa del Diavolo (non è un modo di dire, il borgo in cui vive si chiama così), in una zona abbastanza “periferica” per la viticoltura umbra ma - se lo sappiamo è anche grazie a lui - vocata e ricca di potenzialità. In vigna sui suoli sabbiosi e sciolti soprattutto sangiovese, ma anche cabernet e merlot più i bianchi trebbiano, malvasia e grechetto. Conduzione non interventista, vendemmia con amici e parenti; diserbo vietato, sovescio, trattamenti con rame e zolfo. In cantina il vino fa molto da sé, le tecnologie sono poche e si trovano “fuori e non dentro il vino” per evitare di dare vita a prodotti seriali e tesi al raggiungimento di una perfezione formale che poco ha a che vedere con la fruibilità e la digeribilità.