I vini dell’azienda agricola Castello di Lispida vengono prodotti con un sistema di lavorazione tradizionale pre-industriale, improntato a basse rese, al rispetto della vite e a minimi interventi sul vino. Nei vigneti, alcuni recuperati sugli antichi terrazzamenti collinari, non si lavora il terreno, non si fa uso di diserbanti e di concimi chimici e si cura con grande attenzione l’aspetto paesaggistico, utilizzando come sostegni pali di acacia o di castagno. L’erba che cresce nei filari viene falciata e lasciata sul posto e nell’azienda sono stati distribuiti quasi 100 nidi, dove uccelli, insetti e pipistrelli trovano rifugio, accompagnando la crescita e la maturazione delle uve. Il lavoro si svolge nell’antica cantina - ampliamento di preesistenti strutture del monastero del XIII secolo, composta da nove campate, la più lunga delle quali misura 55 metri - e segue i ritmi e le pratiche di vinificazione di un tempo: l’uva fermenta in tini di legno aperti o in anfore di terracotta sepolte (le dolie conosciute dai Romani) senza aggiunta di lieviti selezionati, acquistando sostanza e longevità grazie alla macerazione. In seguito non serve intervenire se non per operare alcuni travasi, e, dopo almeno alcuni anni di affinamento in botte grande, l’imbottigliamento si compie senza filtrazione, seguendo le fasi lunari. A Lispida si lavora insomma alla riscoperta delle radici arcaiche del vino.